Bill Gates è un tipo quieto e un po' topo da biblioteca. Apparentemente piuttosto impermeabile all'opinione che gli altri hanno di lui. È introverso ma non timido.

Barbra Streisand ha una personalità socievole e straripante, ma da sempre combatte contro la paura paralizzante del palcoscenico. È una timida estroversa.

Timidezza e introversione non sono la stessa cosa.

La timidezza ha a che fare con la paura di essere giudicati male dagli altri.
Essere introversi invece significa preferire la calma e le situazioni con pochi stimoli ambientali.

Alcuni psicologi considerano queste due tendenze come in un grafico cartesiano. Nell'asse orizzontale lo spettro introverso/estroverso e nell'asse verticale lo spettro ansioso/stabile.

Così si possono individuare quattro modelli di personalità.

  1. Estroverso e stabile
  2. Estroverso e ansioso
  3. Introverso stabile
  4. Introverso ansioso

Ma se timidezza e introversione sono cose diverse perché spesso li consideriamo collegati tra loro?

Il motivo principale è che i comportamenti di persone timide e di persone introverse sono simili.
Pensa a una riunione di lavoro: una persona timida (ma forse estroversa) se ne sta per conto suo ed evita di prendere la parola perché si sente in ansia e ha paura di essere giudicata male. Una persona introversa (ma magari calma) si comporta nello stesso modo, ma non ha paura, è solo infastidita dall'ambiente e preferirebbe essere altrove.

Uno è in ansia, l'altro no, ma dall'esterno i loro comportamenti sono identici e nella maggior parte dei casi valutati in modo negativo.

Molti studi dimostrano infatti che le persone che parlano molto sono spesso considerate più competenti, piacevoli e intelligenti di quelli che parlano meno.

Introversione e timidezza sono due cose diverse ma spesso si sovrappongono: molte persone introverse sono anche timide e viceversa.

Può succedere, per esempio, che una persona timida diventi con il tempo sempre più introversa: se la vita sociale è difficile si è più motivati a trovare piacere nella solitudine o in ambienti socialmente poco stimolanti.

Una persona introversa può con il tempo diventare timida - diventare cioè ansiosa rispetto al giudizio degli altri - perché ha ricevuto spesso il messaggio che c'è qualcosa di sbagliato in lei.

Timidezza e introversione però non si sovrappongono completamente.

Alcune persone introverse provano fastidio nell'essere scambiate per timide. E questo è comprensibile perché è sempre seccante essere fraintesi.

Inoltre la timidezza - in quanto timore del giudizio degli altri - implica una certa sottomissione. E in una cultura competitiva come la nostra che venera i capi branco, essere dimessi e giocare al ribasso è considerato il peggiore dei peccati.

Eppure, pur nelle differenze, timidi e introversi hanno qualcosa che li accomuna. Entrambi sono percepiti dalla società come tipi non dominanti in un contesto in cui essere dominanti è considerata una caratteristica così tanto positiva che al di fuori di questa non siamo in grado di riconoscere cose che sono sagge, intelligenti e buone. Per motivi differenti le persone timide e quelle introverse possono scegliere di trascorrere la loro vita lontani dal palcoscenico o impegnati in obiettivi passivi come inventare, studiare, o tenere la mano a chi sta per morire. Questi non sono ruoli dominanti, ma le persone che li ricoprono sono ugualmente dei modelli di riferimento.


Questa è una sintesi dell'articolo di Susan Cain, Are You Shy, Introverted, Both, or Neither (and Why Does It Matter)?.

Una piccola nota mia: ho letto spesso su internet - in qualche blog e in qualche commento su facebook - che essere introversi va bene, mentre essere timidi no. Alcuni cioè sostengono che l'introversione è un normale tratto della personalità, mentre la timidezza, poiché comporta ansia e paura del giudizio altrui, sarebbe da trattare come una malattia, o comunque come un limite da superare. Questo approccio non mi piace perché non fa altro che rafforzare - in chi è timido - la solita convinzione: sei sbagliato, sei sbagliato, sei sbagliato.

Credimi, non lo sei. E se fai fatica a distinguere la tua introversione dalla timidezza è perfettamente normale. Per quanto si possa tipizzare alla fine le persone sono uniche, tutte diverse, e non somigliano a un libro di psicologia.

Ha senso impegnarsi a superare l'ansia sociale, o la paura del giudizio degli altri, solo perché tutto questo ti fa soffrire. Non perché ti renda una persona sbagliata, o meno valida di altre.

Susan Cain tutto questo lo sa bene, ed è per questo che - come puoi leggere nell'articolo originale - non insiste troppo sulle differenze tra timidi e introversi.