Questa è la traduzione (un po' libera) di un articolo comparso sulla rivista Mindful.org, scritto da Ed Halliwell, un insegnante inglese di meditazione (tutti i riferimenti in fondo).

L'ho scelto perché tocca alcune corde che sento particolarmente vicine. Nel complesso riguarda il tema dell'accettazione: la capacità di andare a braccia aperte incontro a quello che siamo, e a quello che ci succede. Tenendo lontani il rifiuto, il perfezionismo e l'ansia dei risultati.

Parla di tre mindsets, cioè tre atteggiamenti interiori, da coltivare per introdurre sempre più consapevolezza nelle nostre vite.

Ecco quali sono.

1. Co-operare: smettere di fare resistenza

Un vecchio insegnante, alla domanda: qual è il segreto della tua felicità? rispose così: una totale e incondizionata cooperazione con tutto ciò che è inevitabile.
Quando il momento presente è noioso, irritante, spaventoso, doloroso, non ci viene da cooperare. Possiamo pensare che se cooperiamo significa che ci stiamo rassegnando, che stiamo tradendo noi stessi, oppure che stiamo per essere completamente sopraffatti dalla situazione. Ma se non possiamo fare niente per cambiare la situazione [almeno nell'immediato presente], allora meglio provare a cambiare il nostro approccio.

La parola cooperare significa lavorare con e richiede un allineamento.
Significa smettere di cercare di aggiustare le cose combattendo: contro il dolore, la depressione, l'ansia o qualsiasi altra cosa ci disturba.
Possiamo lasciare andare questa rincorsa al piacere futuro che ci rende ciechi rispetto alle gioie del momento presente.
Se smettiamo di sforzarci di essere da qualche altra parte, possiamo gentilmente calarci in quello che stiamo provando adesso. Possiamo cominciare a rilassarci. Rilasciando le nostre tensioni non siamo più in uno stato di guerra con noi stessi o con il mondo. Allineati con la realtà possiamo così essere pronti per operare, per cominciare a esplorare una qualche azione da fare. Continuando a registrare quello che ci dicono i nostri sensi è più probabile che le azioni che decidiamo di intraprendere possano fluire, scorrere.

Cominciamo così a cavalcare le onde della vita

Suggerimento - Prova a osservare se in questo momento sei in sintonia con ciò che accade o se stai cercando di lottare o di scappare. Se non sei in sintonia, puoi lasciare andare questo tuo lottare o fuggire?

2. Fiducia: fallo e basta

Moltissime persone hanno praticato la mindfulness per secoli. Certo, il fatto che qualcosa abbia perdurato nel tempo non significa automaticamente che sia qualcosa di buono, ma i praticanti esperti di meditazione dicono spesso di sentirsi più felici, più gentili e più leggeri. E le ricerche scientifiche conducono allo stesso risultato: la mindfulness porta più contentezza, più compassione, più scelta.

Avere fiducia non significa però avere delle aspettative, che implicano il cercare di traghettarci verso un futuro immaginato. Se pratichi mindfulness aspettandoti un risultato (o aspettandoti nessun risultato, nel caso tu sia scettico), ti sei già allontanato dal momento presente per andare verso la fantasia su cosa tu credi o speri che possa accadere. Avere fiducia qui significa qualcosa di simile ad avere fede, affidarsi, qualcosa che ti dia la spinta per percorrere la via della mindfulness.

Una volta che darai alla tua pratica la possibilità di fiorire, potrai valutare tu stesso se è di aiuto

Suggerimento - Parla con altre persone che praticano la meditazione. Se per caso non conosci nessuno e non c'è nessun posto vicino a te dove incontrare altre persone che meditano, puoi cercare nelle comunità online [l'autore suggerisce il sito Everyday Mindfulness, dove c'è anche un forum piuttosto attivo, ma ovviamente in inglese].

3. Coming back: restare sul sentiero

La maggior parte di noi non è sempre coraggiosa o impegnata. Non sempre ci sentiamo compassionevoli. Qualche volta abbiamo dei dubbi e non ci sentiamo affatto fiduciosi. Ci sentiamo molto più annoiati che curiosi e non siamo proprio dell'umore di cooperare.
Tutto questo va bene. Non dobbiamo sforzarci di raggiungere la perfezione.

Possiamo consentire a noi stessi di essere quello che siamo, dove siamo. Già il solo osservare tutto questo è un atto di cooperazione. Ed è più che buono. La cosa meravigliosa è che nel momento in cui ci stiamo accorgendo di cosa ci succede siamo già tornati nella consapevolezza. Quando ci accorgiamo con gli occhi della consapevolezza di essere annoiati, spaventati, distratti o depressi non siamo più totalmente catturati da queste cose.

**Non è necessario sforzarci di tornare alla mindfulness: ritorniamo indietro con la sola volontà di riconoscere quando la nostra mente ha preso a vagare **

Suggerimento - Porta la consapevolezza all'interno del tuo modello di distrazione. Durante la giornata fatti queste domande: sono qui o altrove? sono sveglio oppure c'è il pilota automatico? Se vedi che ti dimentichi di farti queste domande, puoi impostare una sveglia sul tuo telefono in modo che suoni un paio di volte al giorno. Oppure puoi mettere dei post-it in giro per casa. E fai in modo che questi tuoi promemoria siano gentili e non intimidatori.


Articolo originale: Mindful Living: 3 Key Mindsets

Per saperne di più sull'autore: Ed Halliwell