L'appuntamento delle cinque
Le cinque del pomeriggio sono l’ora del tè. A me invece viene l’ansia.
Di questa cosa ho memoria parecchi anni fa, ancora stavo facendo psicoterapia. Stavo abbastanza bene, ma quando cominciava a fare buio mi prendeva l’angoscia. Non un vero e proprio attacco di panico, e nemmeno un semplice momento di preoccupazione. Una angoscia pura: come se tutte le paure più oscure e profonde dell’umanità mi piombassero addosso all’improvviso. La mia terapeuta non aveva una spiegazione precisa per questo, disse solo che forse aveva a che vedere con l’avvicinarsi del buio e la fine della giornata.
Nelle ultime settimane questa cosa è tornata, dopo che me ne ero liberata da anni. Ne ho capito i motivi? No. Mi dà fastidio? Sì. Mi spaventa? Diciamo che non mi preoccupa particolarmente, forse proprio perché si tratta di qualcosa che mi è già successo in passato, ma è comunque spiacevole. È come una morsa che stringe e che poi si allenta a giornata veramente finita, quando mi metto a letto a leggere.
Per fare fronte a questi momenti di ansia libera ho recuperato un po’ di strumenti dalla cassetta degli attrezzi. Sono pensieri che fungono da ancoraggio quando la testa se ne va per luoghi bui e pare non sappia trovare la via del ritorno.
Ve li propongo qui perché credo che possano essere utili a chiunque si trovi ad attraversare situazioni di ansia intensa.
1) È transitorio. Prima o poi passa. Gli attacchi di panico propriamente detti durano da qualche minuto a mezz’ora. Eccezionalmente possono durare anche di più (o presentarsi in successione, non fa differenza, l’impressione è identica). Gli stati d’ansia intensi (come i miei delle cinque) possono durare qualche ora. Altri brutti scherzi dell’ansia, per esempio le sensazioni di derealizzazione, possono durare più a lungo, giorni o settimane. Tutti però hanno una cosa in comune: prima o poi se ne vanno.
2) Non c’è niente che devi fare. A nessuno piace sentirsi così e il nostro primo istinto è pensare a qualcosa che ci aiuti a scacciare l’ansia. Questo ci procura una resistenza interna che il più delle volte fa peggiorare la situazione. Quello a cui resisti, persiste. Non ricordo chi l’ha detto, ma è una grande verità. Quando arriva la botta d’ansia immotivata non devi fare niente di particolare, se non accettare che sia così e attendere con pazienza che passi.
3) Non c’è per forza un motivo. Le menti iper analitiche con tendenza alla ruminazione vogliono trovare una ragione per tutto. Forse se stai così è per qualcosa che è successo stamattina. Forse non hai ancora del tutto risolto quel problema dentro di te. Forse questa ansia sta cercando di dirti qualcosa e tu non la capisci. Forse è una premonizione, il presentimento di una sciagura o di qualche evento spiacevole. Forse. O forse non è nulla di tutto questo. Forse è solo una reazione fisiologica del tuo nervo vago, o aria nella pancia, o meccanismi automatici che scattano senza motivo.
4) Le cose che pensi in questi momenti non sono vere. Intanto sono solo pensieri e non realtà, e inoltre, se stai con il cervello a mollo nell’angoscia e tutto ti sembra oscuro e pauroso, qualunque problema che hai nella vita ti sembrerà pesante, irrisolvibile, definitivo. Lascia perdere, non prendere decisioni, non prendere sul serio niente di quello che la tua testa cerca di farti credere. Se hai dubbi e questioni in sospeso, lascia che restino così. Ci tornerai sopra a mente lucida.
5) Resta in contatto con la realtà. Sparecchia, cucina un dolce, fai una doccia, cammina. Massaggiati i piedi, telefona a qualcuno, disegna, pulisciti i denti con il filo. Non che queste cose scaccino l’ansia, ma aiutano a fare passare il tempo in attesa che se ne vada, e qualche volta la mettono in sottofondo.
E soprattutto, mi sento di dirti, di non mettere mai in discussione il tuo percorso. Negli ultimi sei mesi, malgrado alcuni eventi abbiano portato un certo stress nella mia vita, mi sono sentita molto più forte e determinata di quanto non sia mai stata. Amo le cose che faccio, sono fiera delle mie scelte, mi sento interiormente meno insicura. Questi momenti di ansia libera, per quanto fastidiosi, non significano che sto “tornando indietro” (come sento spesso dire). Significano solo che sono e resto una persona molto ansiosa, che le mie reazioni allo stress sono di questo tipo, che il mio cervello è così tanto abituato a comportarsi in un certo modo che ormai certe reazioni scattano in modo automatico. Si può guardare a tutto questo con un misto di curiosità e accoglienza, senza irrigidirsi, restando alla finestra a guardare. È sempre la stessa metafora del cielo: il fatto che adesso ci siano le nuvole, non significa che dietro non ci sia il solito azzurro.
Raccontami di te
Qualche anno fa ho creato un laboratorio sulla scrittura autobiografica, e sarebbe stato bello proseguirlo, ma mi sono trovata a dover fare delle scelte, con tanti progetti in corso. La scrittura, però, resta sempre il mio tema del cuore, e proprio da quell’esperienza è nato un breve manuale che sarà disponibile prima dell’estate. Ve ne avevo accennato il mese scorso, sarà il quarto volume della serie dei Quaderni. Un numero speciale, con una grafica rinnovata e alcuni bonus scaricabili in aggiunta.
È un percorso è pensato per chi ama scrivere, ma non ha ancora trovato la fiducia, la costanza e il metodo giusto per portare avanti progetti di scrittura.
È per chi vuole scrivere perché sente che ne trae beneficio e, allo stesso tempo, ama l’idea di avere un pubblico, piccolo o grande, di lettori. Di solito queste cose non vanno assieme, si parla di scrittura “terapeutica” o di scrittura “creativa”, come fossero opposte. Ma io sono convinta che la scrittura sia sempre terapeutica e creativa allo stesso tempo.
Ecco perché questo manuale propone un percorso che parte da esercizi semplici per abituarsi a scrivere, e si sviluppa fino a indicazioni pratiche su come scrivere in modo chiaro ed efficace, per raccontare la propria storia.
Non vedo l’ora di poterlo presentare. Il mio obiettivo è di creare un percorso chiaro, organizzato, che sia semplice da seguire ma allo stesso tempo ricco di suggestioni e di spunti per approfondire. Qualcosa che sia utile e allo stesso tempo di ispirazione. Mi direte poi voi se ci sono riuscita 😉
Ragioni per continuare a vivere
Matt è un giovane ragazzo inglese che sta trascorrendo un lungo periodo di studio in Spagna assieme alla ragazza di cui è innamorato (e che poi sposerà). Un paio di settimane prima del suo rientro a Londra, l'ansia e la depressione irrompono di colpo nella sua vita e mandano tutto all'aria.
Ragioni per continuare a vivere di Matt Haig è un po' storia autobiografica e un po' self-help. In alcuni capitoli l’autore ricostruisce alcuni momenti della sua vita con il fardello di un'ansia molto forte e invalidante, con il consueto saliscendi di miglioramenti e ricadute. Altri capitoli hanno invece un taglio più informativo o riflessivo.
È un libro leggero, fatto di capitoli brevi, riflessioni fulminanti e liste… a Matt Haig piacciono molto le liste (e, guarda caso, di liste si parlerà anche nel Quaderno dedicato alla scrittura).
Mi sento di consigliarlo con una avvertenza: alcune persone mi hanno riferito di essersi sentite angosciate dalle descrizioni del suo malessere, soprattutto nella parte iniziale. Io non ho avvertito niente di tutto questo, anzi il tono del libro mi sembra che si mantenga sempre brillante e leggero, ma le sensibilità delle persone sono diverse.
Matt Haig ha fatto quello che fanno tante persone nelle cui vite a un certo punto irrompono i disturbi d’ansia: si è costruito la sua cassetta degli attrezzi per prendersi cura della sua salute mentale.
E quindi scrivere, leggere, parlare, viaggiare, lo yoga, la meditazione, la corsa sono alcune delle mie armi.
Anche lui scopre che malgrado l’ansia induca a ritirarsi, in verità è molto più salutare esporsi e allargare gli orizzonti.
Cominciavo a scoprire che, in certi casi, la terapia migliore era sopravvivere a una cosa che avevo tanto temuto di fare. Se cominciate ad avere paura di uscire all'aperto, uscite. Se avete paura degli spazi chiusi, entrate in ascensore. Se avete l'ansia da separazione, costringetevi a restare soli per un po'.
I posti nuovi a volte ci terrorizzano, ma possono anche rivelarsi liberatori. In un luogo familiare la mente si concentra solo su se stessa. Nella propria camera da letto non c'è nulla di nuovo da notare. Nessuna potenziale minaccia esterna, solo quelle interne. Ma costringendosi ad affrontare uno spazio fisico nuovo, preferibilmente in un paese straniero, si finisce per concentrarsi un po' più sul mondo che c'è fuori dalla nostra testa.
La Locanda - (Gialal ad-Din Rumi)
L’essere umano è una locanda,
ogni mattina arriva qualcuno di nuovo.
Una gioia, una depressione, una meschinità,
qualche momento di consapevolezza arriva di tanto in tanto,
come un visitatore inatteso.
Dai il benvenuto a tutti, intrattienili tutti!
Anche se è una folla di dispiaceri
che devasta violenta la casa
spogliandola di tutto il mobilio,
lo stesso, tratta ogni ospite con onore:
potrebbe darsi che ti stia liberando
in vista di nuovi piaceri.
Ai pensieri tetri, alla vergogna, alla malizia,
vai incontro sulla porta ridendo,
e invitali a entrare.
Sii grato per tutto quel che arriva,
perché ogni cosa è stata mandata
come guida dell’aldilà.
Io farò del mio meglio per dare il benvenuto alla mia ansia delle cinque, le offrirò anche un tè visto che l’orario è quello giusto.
Ci rileggiamo il prossimo mese
A presto!
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