Ogni tanto tenta di vivere e basta. Vivi semplicemente.
Non lottare e non forzare la vita. Osserva in silenzio ciò che accade.
Lascia accadere ciò che accade. Permetti a ciò che è, di esistere.
Lascia cadere ogni tensione e lascia che la vita fluisca, che accada. E ciò che accade, te lo garantisco, libera.

La settimana scorsa ho fatto una piccola vacanza alle terme. Un bell'albergo, due grandi piscine con acqua calda, idromassaggio, sauna, bagno turco. Relax allo stato puro.
A pranzo abbiamo preso un paio di piatti freddi al bar, serviti all'aperto, tra l'ombra degli alberi nel giardino della piscina. Il cibo però non era all'altezza, piuttosto deludente.
La sera usciamo dall'albergo, in cerca di un bel posto dove cenare. In giro un gran mortorio: mi aspettavo negozi aperti, locali con tavoli fuori, movimento. Niente di tutto questo.

Alla fine troviamo una pizzeria e ci sediamo. Anche stavolta si mangia male (a parte, devo ammetterlo, uno strepitoso tiramisù alle fragole). Durante la cena poi sento arrivare qualche fastidioso sintomo di ansia. Una leggera tensione al collo, e un vago senso di oppressione, che però si è allontanato appena fuori dalla pizzeria.

Tornata in albergo controllo le previsioni del tempo per il giorno dopo: cielo coperto e qualche goccia di pioggia.
Ho cominciato a sentirmi infastidita, insoddisfatta, nervosa.
Aspettavo da tempo quella breve vacanza, ne avevo proprio voglia. E ora che c'ero non riuscivo a esserne contenta. Notavo solo i piccoli fastidi.
Ma perchè?

donna che si rilassa in riva al mare

Mentre cercavo la risposta, mi è tornato in mente un e-book di Leo Babauta, che parla dell'arte di lasciare andare (The One Skill: How Mastering the Art of Letting Go Will Change Your Life ).
L'avevo letto, nemmeno tutto, proprio prima di partire e ripensandoci ho capito perché mi stavo rovinando la vacanza.

Avevo un'aspettativa ideale, una serie di convinzioni su come le cose avrebbero dovuto essere. Volevo che ogni cosa fosse perfetta, senza l'ombra di disagio. Avevo in mente un'immagine da catalogo.
Il punto è che sentivo molto bisogno di quella breve vacanza, e per questo l'avevo caricata di aspettative. Pretendevo tre giorni da sogno e non tolleravo che la realtà potesse, anche solo di poco, allontanarsi da come l'avevo pensata. Ma questa mia pretesa interiore, questo volere a tutti i costi che la realtà corrispondesse al mio ideale, mi stava rovinando del tutto l'umore.

Lasciare andare gli ideali

Dice Leo Babauta che la causa di tutti i nostri problemi è la paura, e che la causa della paura risiede nel fatto che vogliamo a tutti i costi che le cose siano così come noi pensiamo che debbano essere.

Siamo attaccati a questi ideali, ci restiamo aggrappati anche quando la realtà continua a mostrarsi diversa.
Il trucco è mollare la presa, lasciare andare gli ideali e con essi anche la paura della loro mancata realizzazione.
Non è un concetto facile da afferrare, e ancor meno da mettere in pratica. Io sto cercando di farlo mio, di osservare il mio umore per cercare di capire cosa sta veramente accadendo quando sento che nervoso, fastidio, frustrazione e paura prendono il sopravvento.
La mia breve vacanza alle terme è stata un importante campo di prova (anche se non l'avevo programmato). Ecco come ho imparato a lasciare andare il mio ideale e vedere la realtà del momento.

1. Consapevolezza

Guarda caso la consapevolezza è sempre la base di tutto. Si tratta di diventare consapevole del momento in cui emozioni sgradevoli come rabbia, ansietà, frustrazione, insoddisfazione, vengono a trovarci.
Che sia chiaro: non c'è niente di male nelle emozioni negative, e io non sono tra quelli che predicano il pensiero positivo a tutti i costi. E quindi non starò qui a dire che queste emozioni devono essere scacciate o sostituite con qualcosa di bello e rasserenante.
Dico invece che è importante notarle. Distaccarsi per farle diventare oggetto di osservazione.
Nel mio caso ho già raccontato di come il senso di insoddisfazione si stava insinuando nella mia breve vacanza e quali sono stati i fatti che l'hanno scatenato.

2. Cogliere l'ideale

Perché mi sento frustrato, arrabbiato, triste, insoddisfatto, ansioso?
Questa è la domanda da farsi dopo avere osservato l'arrivo di queste emozioni.
Molto probabilmente mi sento così perché le cose non stanno andando come io le avevo immaginate. Oppure mi sto scontrando con una realtà che è differente dai miei ideali, da come io ritengo che debbano andare nel cose.

Tornando alla vacanza, come ho già detto, ci tenevo particolarmente che tutto fosse perfetto. Pensavo di avere un bisogno estremo di rilassarmi, mangiare bene, godermi il sole e i bagni termali. E avevo paura che se qualcosa fosse andato storto non avrei tratto alcun beneficio da quella vacanza. Per questo reagivo male al minimo "contrattempo".

Questo capita molto più spesso di quanto possiamo immaginare. Ci arrabbiamo con le persone quando si comportano in un modo che noi riteniamo scorretto, perché abbiamo il nostro ideale di correttezza. Proviamo frustrazione se passiamo la domenica in casa a pulire o a studiare, perché nella nostra testa il fine settimana dovrebbe essere sempre dedicato al riposo e al divertimento. Siamo delusi dal nostro partner quando questi mostra lati del suo carattere che noi non apprezziamo, perché questo significa che lui (o lei) non corrisponde al nostro ideale.

In tutti questi casi possiamo allenarci a riconoscere quale ideale si celi dietro la nostra frustrazione.

3. Lasciare andare

Ecco che ti sei reso conto che le tue emozioni negative sono legate al fatto che hai un'idea su come le cose dovrebbero essere, e la realtà ti sta deludendo.
Forse vivi i rapporti con le altre persone con lealtà e correttezza, e invece spesso ti trovi ad avere a che fare con degli stronzi (tanto per non fare giri di parole).
Forse credi che in amore sia necessario sostenersi sempre, e non riesci ad accettare che il tuo partner talvolta sia in disaccordo con te.
Pensi che se tutti al volante si comportassero in modo corretto, guidare sarebbe meno stressante. E se i lavori stradali li facessero in agosto, non ci sarebbe la tangenziale intasata mentre torni dal lavoro.
E credi che se tuo figlio capisse veramente come è duro essere adulti, non verrebbe a dirti che dopo la maturità vuole iscriversi a lettere.
E che se ci fosse un po' di meritocrazia tu ora non saresti ancora precario o peggio disoccupato.

Sono sbagliati questi ideali?

No, non hanno niente di sbagliato in sé.
Ma forse ti stanno causando sofferenza, nel momento in cui te li tieni bene stretti e ti rifiuti di accettare la realtà per come è veramente.
Puoi lasciarli andare? Puoi renderti conto che si tratta solo di idee su come tu credi che debbano essere le cose? Che non hanno niente a che vedere con la realtà?
Nel caso della mia vacanza è stato molto facile. È bastato pensare che in effetti non stava scritto da nessuna parte che avrei dovuto trovare per forza cibo ottimo e di mio gradimento. Che tutto sommato io so benissimo che in questo periodo ho problemi di ansia, e che quindi era sciocco aspettarsi che scomparissero solo perché andavo un paio di giorni in vacanza. E che è veramente da stupidi avere la pretesa che le condizioni metereologiche si pieghino al nostro volere.
Potevo lasciare andare questi ideali? Potevo rendermi conto che si trattava solo di pretese e che non è affatto detto che la realtà debba corrispondere alle mie aspettative?
Certo che sì. Come dicevo, una volta messa in modo la consapevolezza, è stato facile sorridere di me e dire addio alla mia aspettativa di vacanza perfetta.
Certo se la realtà con cui ti devi confrontare è realmente spiacevole, le cose sono più difficili, ma il principio è lo stesso.

4. Vedere la realtà

Quando sei molto concentrato su come le cose devono essere in base alle tue idee, molto della realtà ti sfugge. Magari non te ne accorgi, ma una parte di te sta lottando contro la realtà perché continui a cercare di piegarla alle tue aspettative. E mentre fai questa operazione la realtà continua a sfuggirti, semplicemente non la vedi.
Un esempio. Diciamo che hai a che fare con una persona sgradevole sul lavoro. Un tipo aggressivo che cerca sempre di farti sentire in fallo. E tu ti domandi: ma come è possibile che sia così? come si permette di trattarmi in questo modo? se ci fosse un po' di giustizia una persona così non avrebbe mai avuto una posizione di responsabilità! E poi magari aggiungi tra te e te: speriamo che non si comporti mai più così, perché non lo posso tollerare. I rapporti tra colleghi dovrebbero essere sempre improntati alla correttezza e alla buona educazione.
Hai forse torto?
No, stai pensando cose anche condivisibili. Ma dove ti portano tutti questi ragionamenti?
Te lo dico io: da nessuna parte.
Ti stai solo aggrappando alla tua idea del come dovrebbero essere le cose e non stai guardando in faccia la realtà.
Non stai vedendo che molto probabilmente quella persona si comporta in quel modo perché ha i suoi motivi. Spesso per esempio le persone diventano aggressive per coprire le loro stesse mancanze. E capire questo potrebbe aiutarti a trattare con una persona così in modo da contenere la sua aggressività.
Infatti, accettare la realtà per quella che è non significa rassegnarsi, o subire. È tutto il contrario: solo quando capisci come stanno veramente le cose, e le accetti, diventerai anche capace di elaborare le risposte più appropriate.
Ma per fare questo devi prima imparare quel movimento interiore: lasciare andare. Salutare gli ideali, il dovere essere, tutte le tue convinzioni su come dovrebbero essere le cose. Solo così le vedrai per quello che sono, nel bene e nel male.

Tornando al mio esempio, per me è stato facile, una volta lasciato andare l'ideale della vacanza perfettissima, rendermi conto della realtà. Che stavolta era una bella realtà: ero in vacanza, l'albergo era bellissimo, le piscine termali grandi e poco affollate, l'acqua calda e accogliente. Tre nuvole e un paio di piatti insapori di certo non potevano annullare la piacevolezza del resto.
Quindi non dovevo fare nulla se non... godermi la vacanza.
Diciamo quindi che ho allenato la mia capacità di lasciare andare gli ideali a partire da una situazione facile, facilissima.

La sfida che lancio a me stessa è di riuscire a farlo ogni giorno, nell'affrontare problemi, situazioni e persone spiacevoli, reali contrattempi, difficoltà nelle relazioni.