È uscito il 17 febbraio il mio nuovo libro, La Venere di gesso. Stavolta mi sono lasciata alle spalle i temi dell'ansia e mi sono immersa in una realtà molto diversa dalla nostra. Il romanzo storico mi affascina perché credo che sia un modo per parlare di noi, e dell'oggi, attraverso una lente del tutto particolare, e che ci permetta per questo di dire cose che in un romanzo contemporaneo sarebbe più complicato dire.
Ecco la trama in breve.
Roma, 1535. Camilla è una bambina che sogna di diventare una sarta, come suo padre. Gli affari della bottega però vanno male e lei viene mandata a fare la serva a casa di due donne misteriose.
Ma chi sono quelle due?
La padrona di casa, Leonora, è una donna dura e non fa altro che rimproverarla. La figlia Beatrice invece è gentile e bella come un angelo. Sembra che stiano aspettando qualcosa, e nella loro casa, stranamente, non c'è traccia di un uomo.
In una Roma popolata da cortigiane, pittori, letterati e uomini di potere, Camilla si muove in un mondo che non conosce e di cui non riesce a imparare le regole, intrappolata in una rete di rapporti poco chiari, antipatie e dispetti.
Quando anche la famiglia la abbandona per andare lontano, lei sembra destinata a un futuro buio in cui può solo chinare la testa e sperare di non perdere la benevolenza di Beatrice.
Eppure in Camilla c'è luce. È curiosa, sensibile, attenta, sognatrice forse, ma desiderosa di ampliare i suoi orizzonti. Quando incontra Pieter, un pittore straniero lunatico e stravagante, scopre l'amore per il disegno e la pittura.
Nello studio di Pieter, dove ogni giorno si preparano le tele e si macinano i colori, nelle lunghe ore passate in silenzio a disegnare, Camilla finalmente trova un po' di pace. Ma sa bene anche lei che quello non può essere il suo posto…
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