Camminare fa bene

È circa dalla metà di gennaio che cerco di andare a camminare con una certa continuità. Il movimento è forse una delle cose in assoluto più importanti per la salute, fisica e mentale. Chi ha problemi a gestire l'ansia dovrebbe evitare a ogni costo una vita troppo sedentaria.

Poi succede che, come al solito, questo genere di prescrizioni si scontra con la realtà del carattere e delle inclinazioni di ognuno di noi. C'è chi non fa nessuna fatica a muoversi, e chi, come me, deve prendersi letteralmente a calci nel sedere per alzarsi dalla sedia.

Bisogna che impariamo a fare i conti con la persona che siamo, lasciando da parte gli ideali di perfezione e i modelli.

C'è il mito dei diecimila passi al giorno, che viene da una raccomandazione dell'OMS, ma è un numero più simbolico che non scientifico. La dottoressa con cui ne ho parlato mi ha detto che fare delle belle passeggiate sui 7mila passi è sufficiente, e ha aggiunto: se fatti tutti i giorni anche 4mila.

Aggiungo io: tutto dipende dal nostro punto di partenza, se stiamo chiusi in casa tutto il giorno tra sedia e divano, e magari, come tanti, abbiamo pure qualche problema con l'agorafobia, allora mille passi sono già un successo.

Così ho cominciato a camminare. Nelle giornate standard, quelle in cui sto a casa a lavorare, esco nel pomeriggio e vado ai giardini più vicini. Se invece devo andare in giro per commissioni e appuntamenti vari cerco di spostarmi il più possibile a piedi.

Devo dire che non c'è voluto molto tempo per cominciare a sentire i beneficiDormo meglio, il mio sonno è più profondo e mi capita meno di svegliarmi nel cuore della notte. Sono migliorati anche i miei problemi di digestione/reflusso. Certe volte camminare ha cambiato del tutto il mio umore.

C'è stato un giorno in particolare che avevo la luna davvero storta. Era una giornata buia e ventosa, con quel vento caldo che a me ha sempre dato sui nervi. Mi sono forzata a uscire solo perché dovevo restituire un libro in biblioteca, e ho deciso di andare a piedi anche se è parecchio distante. Non ho fatto nemmeno in tempo ad arrivare che il malumore se ne era andato, mi sono goduta una bellissima passeggiata in centro, mi sono fermata a riposare dentro la biblioteca, e alla fine sono tornata con l'autobus.

Una cosa interessante è che camminare ti toglie tutti gli alibi. La palestra costa, e poi è affollata, per altri sport serve l'attrezzatura, il nuoto è complicato perché fa freddo, ci sarebbe quel corso ma gli orari non vanno bene... 

Camminare spazza via tutto. Non devi raggiugere nessun posto in particolare, puoi farlo a qualsiasi orario, è gratis. Basta mettersi addosso un paio di scarpe comode e uscire di casa. Nessuna scusa.

Purtroppo i tempi in cui riuscivo ad andare un po' a correre sono passati, e gli anni francamente si fanno sentire, ma camminare è la cosa più facile e naturale al mondo.

Nessuna scusa. Si può fare e i benefici davvero si sentono quasi subito.


Arte e salute mentale

Mi è capitato sott'occhio un articolo che parla degli effetti positivi dell'arte e della creatività sulla salute mentale, citando anche qualche studio recente al riguardo.

Io ho sempre sostenuto una linea di pensiero. Per prendersi cura della salute mentale ci sono professionisti e ci sono medicine. Ma, al di là di questo, ci sono pratiche che possiamo inserire nella nostra vita quotidiana che possono aiutarci tantissimo. Camminare è una di queste. Prestare attenzione all'arte e alla creatività è un'altra. Nessuna di queste cose guarisce da niente, ma sono tutte attività a modo loro curative.

Vi riassumo alcuni punti dell'articolo con qualche mia integrazione personale.

  • C'è creatività in molti aspetti della nostra vita quotidiana. Nello scattare una foto con il telefono, nell'abbigliarsi con un certo gusto, ma anche nel guardare una bella immagine che ci passa davanti. Impariamo a farci caso e magari scopriamo che essere creativi rende già migliore la nostra vita.
  • L'arte ha un effetto trasformativo. È come la lettura: ha la capacità di trasportare la nostra mente in una realtà diversa. Perdersi nella contemplazione di un'opera d'arte a quanto pare aiuta a creare nuovi circuiti cerebrali (ovviamente se si tratta di un'esperienza ripetuta, non una volta ogni tanto).
  • Disegnare, dipingere, colorare… il processo di creazione artistica aiuta a elaborare emozioni e sentimenti. Non è un caso se esiste l'arteterapia e che spesso venga associata a percorsi di psicoterapia o utilizzata come strumento di conoscenza/crescita personale. E non è necessario saper disegnare o farlo bene, non è quello il punto.
  • Strettamente collegato al punto sopra: esercitare una qualche forma di creatività artistica significa esprimere se stessi. Esattamente come nella scrittura, ma è una forma di espressione diversa, e proprio per questo secondo me è molto fruttuoso provarle entrambe.
  • Possiamo trasformare la visita in un museo in una pratica di mindfulness. L'ambiente del museo (magari evitando quelli troppo affollati) è già una bolla di quiete rispetto alla frenesia cittadina. Possiamo apprezzare il silenzio ed esercitare la nostra mente nella contemplazione delle opere, evitando il mordi e fuggi, andando a caccia dei dettagli, seguendo quello che ci ispira maggiormente.

Insomma anche qui sono tante le occasioni per infilare all'interno delle nostre routine qualcosa che aiuti il nostro equilibrio e il nostro benessere.


La Venere di gesso

Per chi avesse perso l'ultima newsletter: è uscito il mio ultimo libro. Si intitola appunto La Venere di gesso, ed è un romanzo storico ambientato a Roma nel Cinquecento. Racconta di una ragazzina che all'improvviso viene mandata a fare la serva a casa di due donne di cui non sa assolutamente nulla.

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Roma, 1535. Camilla è una bambina che sogna di diventare una sarta, come suo padre. Gli affari della bottega però vanno male e lei viene mandata a fare la serva a casa di due donne misteriose.
Ma chi sono quelle due?
La padrona di casa, Leonora, è una donna dura e non fa altro che rimproverarla. La figlia Beatrice invece è gentile e bella come un angelo. Sembra che stiano aspettando qualcosa, e nella loro casa, stranamente, non c'è traccia di un uomo.
In una Roma popolata da cortigiane, pittori, letterati e uomini di potere, Camilla si muove in un mondo che non conosce e di cui non riesce a imparare le regole, intrappolata in una rete di rapporti poco chiari, antipatie e dispetti.
Quando anche la famiglia la abbandona per andare lontano, lei sembra destinata a un futuro buio in cui può solo chinare la testa e sperare di non perdere la benevolenza di Beatrice.
Eppure in Camilla c'è luce. È curiosa, sensibile, attenta, sognatrice forse, ma desiderosa di ampliare i suoi orizzonti. Quando incontra Pieter, un pittore straniero lunatico e stravagante, scopre l'amore per il disegno e la pittura.
Nello studio di Pieter, dove ogni giorno si preparano le tele e si macinano i colori, nelle lunghe ore passate in silenzio a disegnare, Camilla finalmente trova un po' di pace. Ma sa bene anche lei che quello non può essere il suo posto…

L'eBook è disponibile come sempre per Kindle (su Amazon) ma anche per Kobo (in tutti i principali store online), e si può leggere gratuitamente per chi ha l'abbonamento Kobo Plus.

Il cartaceo lo trovi su Amazon e su Il giardino dei libri. È ordinabile anche in libreria (bisogna chiedere, non tutte lo fanno).


Quiete e silenzio

Per chiudere un pensiero preso dal libro di Chandra Livia Candiani Il silenzio è cosa viva, dedicato alla pratica meditativa.

«C'è in noi una batteria fondamentale, è fatta di silenzio, di esitazione, di delicatezza, di compassione saggia, ha bisogno di essere ricaricata, ha bisogno di silenzio, di vuoto, di sospensione. Imparando a conoscere intimamente il respiro, ci accorgiamo che ha due pause, una breve tra ispirazione ed espirazione, e una più prolungata alla fine dell'espirazione, prima di inspirare di nuovo. Riuscire a sostare in questa pausa è come sostare nella terra della mancanza, senza cercare rimedi e cause, è entrare in contatto con il nostro fondamentale, radicale mancare e scoprire che dimorando nella sua precaria, sfuggente terra, ci ricarichiamo, siamo. Come dire che il sollievo che cercavamo correndo a riempire la mancanza, lo troviamo invece sentendola, abitandola

Ci rileggiamo il prossimo mese, a presto, buona domenica e buon inizio settimana.

Marina


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