La cosa più importante che ho capito da quando ho cominciato a interessarmi di crescita e sviluppo personale è che gran parte delle nostre chance di successo si giocano sulle abitudini.
Per qualcuno forse sarà una cosa ovvia, la scoperta dell'acqua calda, ma io devo ammettere che non mi ero mai soffermata a riflettere sull'importanza delle abitudini.
Ho sempre pensato infatti che il cambiamento dovesse avere un carattere dirompente; che fosse come una rivoluzione: via il vecchio, dentro il nuovo. E che a cambiarti veramente la vita fossero solo eventi clamorosi come trovare l'anima gemella, vincere al superenalotto, trovare un lavoro bellissimo e strapagato.
È sciocco, non è vero? Eppure ho pensato così per molto tempo.

Ho cominciato a dare la giusta importanza alle abitudini leggendo due meravigliosi blog di crescita personale: Zenhabits di Leo Babauta, ed EfficaceMente di Andrea Giuliodori. Sono due blog molto diversi tra loro, uno in inglese e l'altro in italiano, trovo che in qualche modo si compensino tra loro.

Ma cosa sono le abitudini e perché sono così importanti?

L'abitudine è un comportamento ripetuto. Qualcosa che facciamo ogni giorno, o magari anche una volta a settimana, ma con regolarità. L'abitudine è comoda: una volta che l'abbiamo instaurata fa parte della nostra vita, e ci viene naturale. Ci costa poca fatica; anzi se l'abitudine è profondamente radicata, facciamo fatica a farne a meno.
La potenza delle abitudini sta nella ripetizione: come la goccia d'acqua, anno dopo anno, può bucare la roccia, una buona abitudine può portare a risultati eccellenti, mentre una cattiva abitudine può danneggiare la nostra vita anche in modo irrimediabile.
Fumare una sigaretta, non sarà un'attività salutare, ma di per sè fa poco danno. Fumare dieci sigarette al giorno, tutti i giorni, per anni, può portare alla morte.
Farsi una bella camminata al parco una volta ogni tanto è piacevole e un vero toccasana per l'umore. Farla ogni giorno, per anni, migliora la salute e può regalarci anni di vita.

Una mela rossa

Una mela al giorno toglie il medico di torno?

Buona parte degli obiettivi che ci poniamo nella vita possono essere tradotti nella somma di piccoli (o grandi) gesti da compiere su base quotidiana.
Gli esami universitari si superano con l'abitudine a studiare ogni giorno. Acquisendo l'abitudine di scrivere tutti i giorni si può portare a termine un romanzo. La forma fisica si raggiunge con l'abitudine all'esercizio e a una buona dieta. Una buona consapevolezza di sè scaturisce da abitudini come meditare o scrivere un diario personale. Una migliore condizione economica può essere favorita dall'abitudine al risparmio.
Tutte azioni che prese singolarmente non appaiono di certo clamorose, ma che ripetute giorno dopo giorno arrivano a dispiegare i loro effetti aiutandoci in modo determinante a raggiungere i nostri obiettivi.

Lasciare andare i risultati e concentrarsi sul processo

Capire il legame tra le abitudini e gli obiettivi significa concentrarsi sul processo e non sul risultato.
I risultati sono nel futuro. Ci sentiamo sopraffatti se pensiamo a quanto lavoro ci aspetta per raggiungerli. Abbiamo il timore di non farcela, e questo crea ansia.
Il processo è nel presende e può essere molto più rassicurante: significa compiere una certa azione (o un insieme di azioni), farlo qui e ora e dimenticarsi tutto il resto. L'obiettivo enorme, distante, difficile da raggiungere, lo possiamo anche dimenticare e buttare così alle ortiche tutta l'ansia di fallimento.
Le abitudini sono quello che ci serve a mantenere l'attenzione focalizzata sul processo. Come i piccoli mattoni che uno sull'altro, giorno dopo giorno, si trasformano in una casa.

Le strategie migliori per acquisire nuove abitudini

La mia esperienza in questo campo è ancora limitata. Ho letto molto sull'argomento, ma solo da qualche anno ho sperimentato su di me alcune strategie.
Da quello che ho capito i segreti fondamentali per avere successo nell'acquisire nuove abitudini sono essenzialmente due: iniziare con poco, e cambiare una abitudine alla volta.

Iniziare con poco significa davvero poco. Non un'ora, e nemmeno mezza. Una manciata di minuti sono più che sufficienti per cominicare. Meditare per due minuti, mettere le scarpe da ginnastica e fare il giro dell'isolato, sistemare una mensola della libreria, scrivere per dieci minuti, studiare una pagina di libro. È bene fissare inizialmente proprio un obiettivo minimo, così piccolo che quasi non richiede alcuno sforzo. Basta farlo adesso: chiudere gli occhi e oplà, passare all'azione. E per oggi non ci pensi più.
Ripeti ancora domani, e dopo domani. Dopo una settimana fai il primo incremento. Raddoppia il tempo che stai dedicando alla tua attività. Per esempio medita per 4-5 minuti, o esci a camminare per 10, e via dicendo. Tieni il ritmo per un'altra settimana, e poi incrementa ancora.
Questa modalità estremamente graduale funziona molto bene per instaurare abitudini durature.
La gradualità è rassicurante, allontana l'ansia. Se cominci con pochissimo non puoi fallire. Puoi gratificarti per il piccolo passo compiuto oggi e questo rafforza le buone intenzioni per il domani.

Cambiare una abitudine alla volta. Acquisire una nuova abitudine non è propriamente facile. La scelta migliore è farlo in modo semplice, cominciando con poco (come si è detto sopra).
Complicarsi la vita cercando di applicare la procedura su più abitudini contemporaneamente non è una buona idea. Aumenta il rischio di fallire. Il concetto è sempre quello di chiedere poco a se stessi, di conservare energie, per potere assumere una prospettiva di lungo periodo. Cercare di cambiare troppe cose assieme è confusivo e rischia di farci gettare la spugna troppo presto.
Non posso cominciare da oggi a fare 10 cose che fino a ieri non facevo e sperare che tutto mi venga facile. Meglio prendere una abitudine alla volta, sperimentarla per un mesetto, lasciare che si sedimenti, che diventi parte della nostra routine quotidiana. Alla fine del mese possiamo tirare le prime somme.
Ci piace?
È utile per l'obiettivo che voglio raggiungere?
Se la risposta è sì, allora ok, vogliamo continuare.
Questo mese è stato sufficiente? Siamo a nostro agio con questa nuova abitudine? Siamo pronti a darla per acquisita?
Se la risposta è sì, allora possiamo pensare di passare a una successiva buona abitudine. Se la risposta è no, niente fretta. Forse abbiamo bisogno di un altro mese per consolidare la nostra nuova abitudine.

Io confesso di non essere molto brava in questo ultimo aspetto.
Uno dei miei problemi infatti è quello di volere cambiare più cose assieme (e di abbattermi quando mi accorgo di non riuscire).

Eppure a forza di provare, da quando ho cominciato a riflettere su questi temi, piano piano qualcosa ha cominciato a funzionare: ho smesso di fumare, sono diventata più ordinata... con il tempo ho scritto dei libri (una parola dopo l'altra, un po' ogni giorno). Sono rimasta scarsa nell'attività fisica, ma malgrado gli anni che passano ho fiducia che continuando a tentare, prima o poi conquisterò anche questa abitudine.