Newsletter dicembre 2025 -
Ho deciso di concedermi un dicembre lento. I progetti importanti di quest’anno sono conclusi – tranne uno di cui vi parlo tra poco – negli ultimi mesi ho lavorato duramente e affrontato diverse difficoltà. Ho desiderio di programmare il prossimo anno e di cominciare nuovi progetti, ma ho avuto una intuizione: mi serve un momento per lasciare sedimentare le cose e per fare spazio. E dicembre è il mese ideale per questo.
Così sono entrata in questo mese senza aspettative, lascio vagare la mente, rifletto sul passato, rivedo il mio percorso.
Nel 2014, quando ho aperto il blog, avevo una certa idea di me. Mi consideravo una persona con del potenziale ma nel complesso poco affidabile. Procrastinavo tutto: progetti creativi, controlli medici, questioni burocratiche. Mi sentivo pigra, insicura e demotivata.
Cominciare il blog è stato un modo per avviare un cambiamento. Non pensavo però che sarebbe successo davvero, immaginavo che sarebbe stato un altro dei miei progetti fallimentari che dopo poco avrei messo da parte.
Invece non è stato così e con il passare del tempo ho scoperto una parte di me che non conoscevo. Una Marina capace di portare avanti progetti complessi, di scrivere libri, fare corsi, parlare in pubblico. Capace di creare successi e anche di fallire senza mollare. Determinata, resiliente, disciplinata.
Se ci penso è incredibile: l’idea che ho di me stessa oggi è radicalmente diversa rispetto a 12 anni fa. Ed è cambiata non grazie a qualche formuletta magica, ma a quello che ho fatto. Sono state le mie azioni a cambiarmi.
Qualcosa però in questo percorso mi è mancato, e me ne sono accorta proprio in questo periodo. È quella cosa chiamata self-compassion, ovvero un atteggiamento di gentilezza, comprensione e supporto verso noi stessi. Un abbraccio caldo.
Mi sono spinta in avanti con l’idea di dovere tenere lontana la me stessa pigra e inconcludente e di dimostrare che potevo essere meglio di così. Per questo ho cercato quello che mi mancava: ho fatto percorsi di “crescita personale”, ho letto libri, ho sperimentato strategie. Struttura, piccoli passi, costanza, stare nel flusso, obiettivi chiari.
E ha funzionato, sì, ma… sono stata troppo severa con me stessa, ho misurato il mio valore in base ai risultati e mi sono rimproverata duramente per ogni sbaglio e ogni giornata storta. Non ero abbastanza, dovevo fare di più, ma più cercavo di spingermi in quella direzione più aumentavano la fatica e la resistenza.
Come si impara invece a diventare morbidi, accoglienti, flessibili, umanamente imperfetti senza recriminare?
Esattamente non lo so. Ho individuato nella self-compassion l’atteggiamento da coltivare e mi sono dotata di nuovi strumenti (magari ve ne parlerò più avanti). Regalarmi questo dicembre lento e riflessivo è il primo passo.
La mancanza di auto-compassione tante volte è anche alla base dell’atteggiamento che abbiamo nei confronti dei problemi di ansia. Quando il nostro sistema iper-attivo ci mette in difficoltà, invece di darci comprensione, calore, accoglienza, diventiamo ancora più severi. Non dovrei sentirmi così, dovrei affrontare meglio questa cosa, devo guarire, ecco sto tornando indietro… insomma ci siamo capiti. Proprio quando abbiamo maggiore bisogno di una carezza, quello che invece facciamo è tirarci una sberla…
È la seconda freccia di cui parla il buddismo. Avere problemi a gestire l’ansia è la prima freccia: è un dolore inevitabile che ci troviamo ad affrontare a causa di una disposizione di natura e/o degli eventi della nostra vita. Resistenza, rimprovero, vergogna, senso di inadeguatezza, rifiuto, sono la seconda freccia: è sofferenza aggiuntiva che ci stiamo auto-infliggendo.
Sviluppare un sentimento di compassione e gentilezza verso noi stessi è la cura.
In questo clima di rallentamento e di gentilezza verso me stessa, c’è una cosa che voglio condividere, l’ultimo progetto di cui accennavo prima.
Il primo dell’anno parte Scrivere a gennaio, un percorso via e-mail, che ho immaginato proprio pensando ai momenti in cui la scrittura può essere un appoggio, un filo, un modo per restare connessi con noi stessi senza forzare niente.
Scrivere a gennaio è un percorso leggero e flessibile che si adatta a situazioni diverse.
- A chi ha un progetto di scrittura e cerca continuità, ispirazione e motivazione quotidiana
- A chi non ha un progetto ma desidera cominciare a scrivere – un diario, le pagine del mattino, un racconto, qualsiasi cosa
- A chi sente il desiderio di scrivere, ma non sa da dove partire e cerca qualche esercizio guidato
Sono 31 email brevi, una ogni mattina, per tutto il mese di gennaio.
Non è un corso, non ci sono compiti obbligatori: è un accompagnamento quotidiano, con spunti, sostegno, e, per chi vuole, un esercizio settimanale.
Le iscrizioni aprono il 15 dicembre fino alla fine del mese.
L’anno scorso ho raccolto in una pagina i buoni propositi per il 2025 di alcuni di voi (quelli che hanno voluto partecipare). L’anno sta per concludersi, ed è quindi il momento giusto per riparlarne.
Qui il link alla vostra pagina – > Propositi 2025
Hai raggiunto l’obiettivo? Hai fatto passi avanti?
Se sì: evviva, non scordare di celebrare questo traguardo
Se no… ecco il mio suggerimento: hai ancora davanti tre settimane. Forse non sono sufficienti per centrare l’obiettivo ma di sicuro puoi fare almeno una piccola azione che ti muova nella direzione desiderata. Ed è già tantissimo.
Poi faremo qualcosa di simile per il 2026, ma ne riparliamo a gennaio.
Ti saluto anche questa volta con un haiku invernale.
È di Matsuo Bashō e parla di nostalgia e del desiderio che qualcuno, o qualcosa ritorni.
Verrà quest’anno la neve
che assieme a te
contemplai?
Come ormai è tradizione ci rileggiamo l’ultima domenica del mese con la newsletter speciale di fine anno e un piccolo regalo di ringraziamento.
A presto!
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