Se ti è capitato di seguire contenuti sulla crescita personale probabilmente hai incontrato il tema delle abitudini.

Le abitudini sono importanti per due motivi.

Sono cose che facciamo sempre, e quindi, nel bene o nel male, hanno un impatto importante sulla nostra vita.
Le abbiamo integrate nella nostra routine e ci richiedono poco sforzo, sono gesti automatici o quasi.
Rifare il letto al mattino, lavarsi i denti dopo mangiato, bere vino ai pasti, scrollare il telefono prima di addormentarsi. Queste sono abitudini abbastanza comuni.

Alcune abitudini sono particolarmente virtuose: per esempio andare a correre o fare qualsiasi attività sportiva regolare, mangiare frutta e verdura a ogni pasto, rimettere a posto le cose ogni volta che le usiamo. Altre al contrario ci danneggiano: fumare, mangiarsi le unghie, ubriacarsi ogni sabato sera.

Cambiare un’abitudine molto radicata (o instaurare una nuova abitudine) richiede impegno. Ci sono addirittura degli studi scientifici che hanno provato a calcolare per quanto tempo dobbiamo ripetere un’azione ogni giorno prima che diventi per noi una vera abitudine.

Se vuoi approfondire qui trovi un articolo nel quale avevo trattato l’argomento in modo più ampio > Come instaurare buone abitudini

Alcune abitudini possono avere una funzione positiva nella nostra vita in una certa fase, e poi perderla e diventare al contrario dei pesi morti, dei gusci vuoti, che ci tiriamo dietro senza un vero motivo.

Ti racconto una cosa per fare un esempio. Da molti anni ho l’abitudine di scrivere il diario quando mi sveglio, prima ancora di scendere dal letto. Ritagliare quel momento per me ogni mattina mi aiuta a entrare dolcemente nella mia giornata. Purtroppo da diversi anni ormai mi sveglio sempre con una certa ansia. Sedermi sul letto e scrivere a mano su un quaderno mi aiuta ad aspettare che l’ansia passi.

Negli ultimi tempi però questa buona abitudine ha cominciato a mostrare qualche lato negativo. Non avendo io degli orari fissi a volte usavo il diario come scusa per restare a letto. Mi impantanavo lì, e mi alzavo tardi con un vago senso di disagio per non essermi ancora messa in moto.

E allora ho deciso che era ora di cambiare.

Ho inaugurato una nuova routine del mattino che comincia in verità la sera prima. Metto in ordine il tavolo della cucina e apparecchio per la colazione del mattino dopo. Una tovaglietta carina, la mia tazza preferita, un piattino con un bel tovagliolo sopra, il barattolo del miele, i cucchiaini, la scatola delle tisane, e quella delle fette biscottate. E una candela profumata.

Quando mi sveglio, indugio sempre un pochino a letto, poi mi alzo senza perdere altro tempo con il diario. Mi viene facile perché so che in cucina mi aspetta un ambiente ordinato e gradevole con tutto pronto per la colazione, che a questo punto faccio con calma ascoltando prima un po’ di musica classica e poi, quando mi sembra di essere abbastanza sveglia, la rassegna stampa.

Ho rinunciato al diario? Per adesso sì. Ma scrivere un diario è per me un’abitudine troppo importante per poterla abbandonare così, quindi presto troverò un altro modo per riprenderlo (forse la sera, o forse ancora al mattino ma solo dei fine settimana).

Da quando ho fatto questo cambiamento le mie giornate hanno tutto un altro passo. Mi sveglio più contenta, stranamente è anche un po’ calata l’ansia (mistero), entro nella mia giornata sempre con dolcezza ma in modo più dinamico.

Era sbagliata l’abitudine di prima? Non credo. Anzi, è stata per me molto importante. Ma certe volte finisce che ci attacchiamo a qualcosa che ha avuto un ruolo positivo nel passato e non ci rendiamo conto che ormai quel ruolo non lo svolge più e che abbiamo bisogno di qualcosa di diverso.

Quindi ti invito a pensarci. Hai anche tu qualche abitudine stantia di cui sarebbe ora di liberarsi? E con cosa la potresti sostituire?

Le abitudini e i riti che riguardano i primi momenti del mattino e gli ultimi della sera hanno un impatto molto forte sulla nostra giornata, lavorare a delle routine che funzionino bene per noi in questi due momenti chiave può davvero cambiare le cose.


I vostri buoni propositi per il 2025

Nella newsletter di gennaio vi avevo proposto un gioco: scrivermi un vostro proposito per il 2025 e una azione concreta per raggiungerlo. È stato davvero elettrizzante leggere le vostre mail, mi ha dato una sensazione di connessione molto piacevole.

Come promesso ho creato una pagina con tutti i vostri propositi.

La potete trovare qui: La pagina dei buoni propositi

Qualcuno di voi ha indicato solo il proposito, ma senza una azione concreta per realizzarlo. Le azioni sono necessarie, finché resta tutto solo nella nostra testa è difficile raggiungere un obiettivo.

Intanto già adesso potete farvi qualche domanda: sono ancora allineata/o con quel proposito che avevo stabilito il mese scorso? Se sì ho fatto almeno un piccolo passo avanti per realizzarlo?

Questo intanto è il compito per febbraio. Poi non aspetterò il prossimo dicembre per sollecitarvi su questo punto. Diciamo che prima dell’estate facciamo un altro check 😉

Se per caso dovessi avere commesso qualche errore nel trascrivere i vostri nomi o i propositi, mi scuso fin da subito, potete scrivermi e correggo.


Destinatario sconosciuto

Anche stavolta la newsletter sta diventando lunga, ma non voglio saltare di nuovo il suggerimento di lettura, che sarà però breve tanto quanto è breve il libro in questione.

Destinatario sconosciuto è un romanzo epistolare scritto da Katherine Kressmann Taylor, pubblicato per la prima volta nel 1938 sulla rivista americana Story. A scambiarsi lettere sono due amici, un americano a San Francisco e il suo ex socio in affari tornato in Germania negli anni dell’ascesa di Hitler.

È un libro di cui non si può tanto stare a parlare: bisogna leggerlo per rendersi conto della genialità dell’autrice e anche delle infinite possibilità della narrativa. Era difficile pensare che si potesse scrivere un romanzo tanto potente, profondo e doloroso in pochissime pagine, dove tutto passa attraverso un semplice scambio di lettere che da amichevole si fa man mano sempre più ambiguo, fino a sfociare in un magistrale colpo di scena.

Lo consiglierei a chi si trovasse ad avere il famigerato blocco del lettore, con questo secondo me passa ;)


I saluti, come di consueto, li affido a una poesia. Questa è di Wendell Berry, e mi è piaciuta molto.

La pace delle cose selvatiche
Quando mi sale la disperazione del mondo
e mi sveglio di notte al minimo rumore
per paura di come sarà la vita mia e dei miei figli,
vado a sdraiarmi dove il germano silvestre
si posa splendido sull’acqua e il grande airone mangia.
Entro nella pace delle cose selvatiche
che non si affliggono la vita con presagi
di dolore. Entro al cospetto dell’acqua calma.
E sento sopra di me le stelle cieche di giorno
in attesa con la loro luce. Per un po’
riposo nella grazia del mondo e sono libero.

Ti auguro per questo mese di sperimentare anche tu la pace delle cose selvatiche magari anche solo con una breve passeggiata nel verde.

Ci rileggiamo in marzo. Io sto lavorando spedita al nuovo romanzo ma anche al quarto volume della serie dei Quaderni. Se non sapete di cosa si tratta, questa è la pagina su Amazon dedicata alla serie I quaderni di My Way Blog. I miei libri sono tutti in vendita anche su Il giardino dei libri.
Il quarto volumetto della serie tratterà della scrittura autobiografica. Ve ne parlerò più nel dettaglio nella prossima newsletter

A presto!


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