Negli ultimi giorni ho pensato spesso al significato della parola speranza. Forse perché sto affrontando situazioni di grande incertezza in cui tutto sembra sospeso. Sperare che le cose vadano per il meglio non è mai stata la mia specialità. Anzi i miei pensieri, se lasciati a briglie sciolte, vanno automaticamente a disegnare gli scenari peggiori. Nello stesso tempo però mi sono accorta di avere tutto sommato una buona capacità di coltivare fiducia e speranza.
Secondo la psicologia positiva, la speranza non è solo un’emozione, ma un atteggiamento mentale che ci aiuta a costruire un ponte verso il futuro. Lo psicologo Charles Snyder, che ha studiato a lungo questo tema, definisce la speranza come una combinazione di tre elementi: il desiderio di un risultato positivo, la convinzione di avere la capacità di raggiungerlo e la capacità di pianificare i passi necessari per avvicinarsi a quell’obiettivo. Non è quindi solo un sentimento, ma una forza che ci spinge a prendere iniziative, a rimanere attivi anche nei momenti difficili.
Certo questa accezione di speranza è un po’ limitata: che dire infatti delle situazioni che non possiamo controllare? In questi casi la speranza si configura come un senso di apertura e fiducia nei confronti della vita, del mondo, degli altri.
La speranza però può trasformarsi in un terreno scivoloso, se prende la forma di una aspettativa. Sperare significa accettare che il futuro sia aperto, imprevedibile. Avere aspettative, invece, è come scrivere un copione e aspettarsi che la vita lo segua alla lettera.
L’ansia si nutre anche di questo: di un futuro rigido, già immaginato nella nostra mente, che deve andare esattamente come lo abbiamo pianificato. Quando le cose prendono una direzione diversa, ci sentiamo persi, frustrati, incapaci di affrontare l’imprevisto. E magari pure arrabbiati perché non è quello che ci aspettavano. Eppure, è proprio qui che la speranza si rivela una risorsa preziosa.
Sperare non significa essere ingenui o ignorare i rischi. Significa accettare la possibilità che il futuro possa portarci qualcosa di buono, anche se non possiamo controllarlo del tutto.
Per riassumere tutto questo in una sola frase: coltiviamo la speranza e lasciamo andare le aspettative.
Non che sia facile eh, ma già vedere la differenza tra le due può rappresentare un passo avanti.
Propositi per il nuovo anno
Io sono attaccata alle mie tradizioni e ai miei riti. Non rinuncio alla fine di ogni anno al mio momento per fare un bilancio, e fissare obiettivi e qualche buon proposito per i prossimi 12 mesi.
Quest’anno mentre rivedevo il 2024 aiutandomi con la mia agenda mi sono chiesta una cosa: ma dove sono finite le cose belle? Perché non me le ricordo e faccio così fatica a richiamarle alla mente?
C’è uno spazio nella mia agenda dedicato alle cose belle successe durante ogni settimana. Ho usato questo spazio nei primi mesi dell’anno, poi ho smesso, e dopo ho fatto fatica a rintracciare e a ricordare le piccole gioie che pure ci sono state.
Ho questa mente naturalmente inclinata verso il peggio e una tendenza molto radicata a rimproverarmi e a non essere mai soddisfatta. Perdo molte occasioni per gioire di qualcosa o farmi i complimenti.
Una prova di questo? Nella scorsa newsletter ho fatto un breve elenco di quello che ho fatto nel 2024 e delle cose in lavorazione. E ho dimenticato di scrivere due cose importanti successe nel 2024 riguardo il mio libro La rana bollita.
- A 7 anni dalla sua prima pubblicazione (in self, e poi dal 2021 con Sonzogno) il libro è stato passato in edizione economica. Questa è una buona notizia per me, perché significa che sta ancora andando abbastanza bene da meritare un posto in catalogo. È una buona notizia anche per i lettori perché l’edizione economica, come dice la parola, costa meno, quindi se non l'avete ancora letto o se lo volete regalare questo potrebbe essere il momento giusto.
- L’estate scorsa, La rana bollita è uscito anche all’estero: in Russia per la precisione. È stato abbastanza buffo trovarsi tra le mani l’edizione tradotta in alfabeto cirillico. Ovviamente non ho capito niente, ma la copertina è carina, mantiene quel senso di leggerezza che ho sempre voluto associato a questo libro
In conclusione imparare a celebrare i miei successi e le cose belle che accadono è uno dei miei propositi per il 2025. E per imparare a farlo mi ricorderò di utilizzare lo spazio sull’agenda per scrivere ogni settimana le cose belle che accadono.
Facciamo un gioco?
Ho pensato di proporti un gioco a tema.
Formula anche tu un proposito per il 2025 e pensa ad almeno una azione concreta che puoi fare al riguardo.
Rispondi a questa e-mail e scrivi qual è il tuo proposito e quale azione concreta farai per rispettarlo.
Farò una pagina sul sito in cui raccoglierò tutte le vostre risposte, così saranno scritte nere su bianco e in compagnia le une delle altre. E magari tra qualche mese vediamo come sta andando...
Che ne dici? Io aspetto le vostre risposte. Userò il nome di battesimo (mai il cognome) indicato al momento dell’iscrizione alla newsletter. Se invece volete restare completamente anonimi o usare un soprannome basta scriverlo nella mail.
Ricorda: un buon proposito e almeno una azione concreta per realizzarlo.
Aspetto con curiosità le vostre risposte.
Salutiamoci come tradizione con una poesia che ci ricollega al tema iniziale della newsletter. È di Emily Dickinson
È la speranza una creatura alata
che si annida nell’anima –
e canta melodie senza parole –
senza smettere mai –
E la senti dolcissima nel vento –
e ben aspra dev’esser la tempesta
che valga a spaventare il tenue uccello
che tanti riscaldò –
Nella landa più gelida l’ho udita –
sui più remoti mari –
ma nemmeno all’estremo del bisogno
ha voluto una briciola – da me.
Ci rileggiamo in febbraio, intanto aspetto la mail con il tuo proposito (e una azione pratica) per costruire la pagina comune.
A presto!
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