È appena uscito il mio nuovo libro, e stavolta si tratta di un romanzo.

Mi sono chiesta a lungo cosa avrei potuto scrivere dopo La rana bollita, e la serie dei Quaderni che ne è un po' il completamento.

Non era una scelta facile. Continuare con il tema dell'ansia? Scegliere argomenti affini? Ma avevo veramente delle cose nuove da dire su questo? Ed era davvero di questo che volevo continuare a parlare?

C'è una cosa che noto spesso nelle persone che soffrono di problemi di ansia: la tendenza a identificarsi con il proprio disturbo. Mi è sempre sembrata una tendenza da contrastare: io non sono la mia ansia, sono una persona intera che fa la sua vita e convive con un disturbo d'ansia. Questo mi sembra l'atteggiamento migliore, quello più costruttivo.

E in qualche modo ho riportato questo atteggiamento nel mio romanzo: che ha una protagonista ansiosa, ma non parla di ansia.

La storia è quella di Margherita, una donna un po' irrisolta, con una vita sotto molti aspetti precaria e questa ansia che viene a dare fastidio senza apparente motivo. Va in vacanza a Roma, e durante una visita ai Musei Vaticani, resta molto impressionata dall'affresco del Giudizio Universale di Michelangelo, tanto da maturare un'ossessione.

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Da qui Margherita comincia a farsi delle domande, e per provare a capire cosa se la sta succedendo intraprende una ricerca sulle sue origini familiari ricostruendo come in un puzzle pezzi di memoria perduta: le lettere di un pittore del Rinascimento, il ritratto di una donna enigmatica, un vecchio cimelio di famiglia ormai dimenticato da tutti.

Questo è tutto quello che posso dire per non rischiare di fare spoiler!

Scrivere questa storia non è stato facile. Mi sono fermata molte volte su dettagli che non riuscivo a fare combaciare, su strade che poi si rivelavano sbagliate, sulle parole che non mi sembravano mai quelle giuste. È stata un'avventura e adesso confesso che mi fa un effetto stranissimo pensare che tutto questo ha preso la sua forma definitiva, racchiusa in 260 pagine (più o meno) e una copertina.

Il fatto che io non riesca a concludere questo breve articolo credo sia sintomatico di quanto mi risulti difficile lasciare Polvere d'azzurro al suo destino.

Spero davvero che il romanzo vi piaccia, aspetto i vostri commenti.