Le nostre vite sono complicate. È proprio una caratteristica della nostra epoca. Già negli anni settanta i sociologi cominciavano a parlare di complessità come chiave per capire la società.
C'è troppo di tutto, e questo troppo è un caos. Il mondo è come l'enorme scaffale di un supermercato pieno di yogurt diversi. Puoi rimanere paralizzato davanti alla necessità di scegliere tra tanta varietà. Ti serve un sistema per semplificare. Di certo non potrai passare la tua vita a valutare i pro e i contro di ogni yogurt che ti trovi davanti.
Per un bel po' ci è sembrato che tutta questa abbondanza fosse una buona cosa. Pensa alla filosofia di vita degli anni '80 e '90, la Milano da bere, consumare, avere, fare, possedere, sempre di più e sempre più in fretta. Efficienza, produttività, velocità, multitasking.
Oggi questo modo di pensare non è scomparso, tutt'altro. Però piano piano si stanno facendo strada altre idee. Il rispetto per l'ambiente, il consumo consapevole, il minimalismo. Piccoli semi di una cultura che forse non diventerà mai quella dominante, ma di sicuro coinvolge sempre più persone ed è qualcosa di più di una moda passeggera.
Negli ultimi tempi mi sento molto attratta dall'idea di semplificare: rallentare, respirare meglio dentro la mia vita, liberarmi di tutto quello che non è importante.
Siano oggetti inutili, ma anche pensieri e abitudini ingombranti.
Ecco quali sono le tre idee sulle quali sto lavorando per una vita più semplice.
1. Lasciane indietro un pezzettino
Qualche settimana fa, un sabato mattina, sono uscita con un'amica. Era una delle prime giornate belle di questa primavera e stare fuori era veramente un piacere. Ci siamo dirette verso la Piazzola, un mercato all'aperto che c'è a Bologna il fine settimana.
Era davvero bello: il sole, la temperatura perfetta, la mia amica con cui passeggiare e le bancarelle piene di vestiti primaverili colorati e leggeri.
In queste situazioni spesso mi viene il desiderio di divorare tutto. Voglio chiacchierare con la mia amica, e guardare tutti i vestiti, e comprarne più che posso, sedermi in ogni caffè all'aperto, entrare nel negozio di alimentari sfizioso e comprare mille cose buone. Godermi tutto il sole e tutta l'aria che c'è e tornare a casa il più tardi possibile.
Insomma mi viene da inebriarmi di tutto il bello che ho attorno ed è come se lo volessi divorare, con il terrore di perdermi qualche cosa.
Succede - non solo a me direi - come quando sei in vacanza in un posto nuovo, e vuoi vedere tutto, fare tutto, mangiare in tutti i ristoranti, esplorare i dintorni per non correre il rischio di tornare a casa con la sensazione di avere sprecato qualche occasione o ti esserti perso qualcosa di importante.
Recentemente mi sono accorta che questo atteggiamento non è positivo.
Le cose belle non vanno divorate, vanno assaporate.
Quella mattina in giro per il centro mi sono fatta guidare da questa ispirazione. Abbiamo girato due o tre corsie del mercato, senza vederle tutte. Mentre chiacchieravo ho lasciato che il mio sguardo si posasse sugli abiti, i foulard, le borse finché non mi sono fatta attirare da un maglioncino di cotone rosa. L'ho comprato senza pensarci troppo e ho deciso che lo shopping per me finiva lì.
Poi ho salutato la mia amica e sono andata nel mio negozio di alimentari preferito. Ho scelto con cura un po' di verdure, un pezzo di formaggio al pepe che adoro, e mi sono avviata alla fermata dell'autobus.
C'era ancora il sole, il mercato era ancora lì, invitante con tutti i suoi colori. Avevo ancora voglia di stare fuori, ma allo stesso tempo ho sentito i primi segnali stanchezza venire dal mio corpo.
Così sono tornata a casa.
Ed è stata una mattinata perfetta. Da ripetere.
Faccio lo stesso quando vado a correre. Seguo la mia tabellina per principianti, stando attenta ad andare sempre piano. Quando l'allenamento è finito, lo allungo sempre di un po', ma non arrivo mai a essere esausta. Faccio in modo di tornare a casa quando ancora ho voglia ed energia per correre ancora. Ed è proprio per questo che il giorno dopo non vedo l'ora di mettermi le scarpe e uscire di nuovo.
Anche quando scrivo, mi fermo prima di sentirmi esaurita, quando ancora le parole fluiscono bene. Mi fermo anche se avrei voglia di scrivere ancora un po'. Ma ho scoperto che se smetto prima di essere troppo stanca, poi ricomincio più volentieri.
So bene che ci sono situazioni in cui al contrario devi dare tutto quello che hai. Ma non è una regola di vita. Dipende da cosa stai cercando di ottenere. Se stai facendo una gara, un colloquio di lavoro, un esame, allora sì che devi dare il massimo. Ma se stai cercando di instaurare una buona abitudine, di goderti una vacanza o di trovare il ritmo giusto per la tua giornata... allora fare meno, risparmiarsi, tenerne un po' per il giorno dopo è una strategia che funziona alla grande.
2. Semplifica il tuo armadio
Prova a cercare su Google immagini il nome del presidente degli Stati Uniti. Guarda i risultati. Noti niente di strano?
Barack Obama indossa sempre lo stesso vestito: un completo, grigio o blu scuro e la camicia bianca sotto. L'unica cosa che cambia è il colore della cravatta.
Probabilmente avrà l'armadio pieno di quei completi, tutti identici tra loro.
Perché lo fa?
Una giornalista di Vanity Fair lo ha chiesto in una intervista un paio di anni fa, e questa è stata la risposta di Obama.
Sto cercando di ridurre le decisioni. Non voglio prendere decisioni su cosa mangiare e cosa indossare. Perché ho troppe altre decisioni da prendere.
Non è il solo a fare così. Anche Mark Zuckerberg, il fondatore di facebook, indossa sempre la stessa maglia grigia sopra i jeans. E lo stesso faceva Steve Jobs (maglietta nera per lui).
Non è solo un vezzo da personaggi famosi, ma una decisione precisa: rendere la vita più semplice, riducendo al minimo le scelte poco importanti.
Già perché scegliere è un'attività faticosa per la nostra mente. Gli psicologi la chiamano decision fatigue. Prendere decisioni è stancante, comporta un certo sforzo, e le nostre energie non sono infinite.
È una cosa simile alla deplezione dell'io di cui ho parlato nell'articolo sulla forza di volontà.
Ridurre in modo drastico le possibilità di scelta nel momento in cui ci vestiamo - ma anche nel momento in cui andiamo a fare acquisiti - si traduce in un risparmio di energia che possiamo utilizzare per prendere decisioni più importanti.
Questo non significa per forza vestirsi in modo sciatto. Anzi possiamo selezionare quelle due o tre cose che davvero ci stanno bene addosso e ci valorizzano. E comprare e indossare sempre quelle.
Vabbe' magari non sempre quelle. Sempre lo stesso abito è una scelta estrema. Io sto considerando l'idea di scegliere un paio di outfit a stagione, fare qualche variazione di colore, e via.
Basta con il cosa mi metto stamattina? e con il e ora dove lo trovo un maglione che stia davvero bene con questi pantaloni color senape a vita alta che ho appena comprato non so nemmeno io perché?.
Facci caso però, tutti gli esempi fatti sopra sono uomini. C'è forse qualche donna famosa a fare lo stesso? Se la trovi ti prego di farmelo sapere nei commenti :)
3. Una cosa sola
Nel 1995 Larry Page e Sergei Brinn, entrambi giovani studenti di informatica, fanno conoscenza al campus universitario di Stanford. L'anno dopo si mettono in testa di creare il motore di ricerca per internet definitivo. Gli utenti non dovevano più perdere tempo a spulciare pagine e pagine di risultati. Il loro motore di ricerca doveva essere così intelligente e sofisticato da capire quale era il miglior risultato da offrire.
L'interfaccia di Google è il massimo della semplicità. Un logo, un campo di ricerca e due pulsanti. Dietro questa pagina minimale, divenuta così familiare per tutti noi, c'è un'impresa che nel 2014 ha fatturato 66 miliardi di dollari e che ha cambiato per sempre il mondo dell'informazione.
I due fondatori avevano in testa una cosa sola: fare il miglior motore di ricerca che si potesse immaginare. Non avevano neanche la più pallida idea di come ci si potesse guadagnare a fare una cosa così. Il sistema di pubblicità personalizzato è stato creato anni dopo, così come tutti gli altri servizi che oggi offre Google.
Gary Keller è un imprenditore americano di successo che ha scritto un libro dal titolo Una cosa sola: l'unico metodo per fissare le priorità e ottenere risultati eccezionali, in cui sostiene che per semplificarci la vita e ottenere risultati grandiosi occorra individuare sempre una sola priorità.
Google è un esempio di impresa che ha fatto la sua fortuna su una cosa sola, ma secondo Keller questo principio si può applicare a tutti gli ambiti della vita.
L'idea è di evitare il multitasking, sbarazzarci di tutti gli impegni inutili, e scovare volta per volta l'unica cosa davvero importante che possiamo fare per produrre il risultato che ci interessa.
Keller racconta di essere arrivato a questa conclusione dopo avere macinato successi imprenditoriali a ritmi forsennati ed essersi però rovinato la salute.
Ero letteralmente teso verso il successo. Credevo che fosse questo il modo di affrontare la vita - a denti stretti, a pugni stretti, con lo stomaco stretto e le chiappe strette. Curvo in avanti, trattenendo il fiato, il corpo teso, rigido e contratto. Ero persuaso che fosse quella la sensazione di concentrazione e intensità. L'approccio funzionò ma mi fece anche finire in ospedale.
Dopo questa crisi Keller comincia a marciare in direzione opposta: rallenta, smette di atteggiarsi a persona di successo, va a lavorare in jeans e maglietta (guarda caso, quel che si diceva poco fa), si rimette in forma fisicamente e comincia a fare di meno.
E stranamente la sua impresa, invece di rallentare assieme a lui, cresce e prospera più di prima. Il segreto, secondo Keller, è questo: fare di meno e capire quali sono le cose davvero importanti, essenziali, quelle che ci fanno fare passi avanti. E sentirsi liberi di trascurare tutto il resto.
Ho scoperto che non possiamo gestire il tempo e che la chiave per il successo non sta in tutte le cose che facciamo, ma nelle poche cose che facciamo bene.
Non è però sempre facile e immediato capire quali sono le cose veramente importanti a cui prestare attenzione. Keller sostiene che bisogna farsi questa domanda:
Qual è la SOLA e UNICA cosa che posso fare in modo che facendola tutto il resto diventi più facile o superfluo?
Questa domanda te la devi ripetere di continuo. Per i grandi obiettivi ma anche per le attività del quotidiano. E per tutti gli aspetti importanti della tua vita.
E trovare la risposta giusta, ovviamente :)
La domanda fondamentale te la devi porre a ritroso nel tempo: per ogni obiettivo ci sarà la sola e unica cosa che devi fare a medio termine, una a breve termine, fino ad arrivare a questo mese, a questa settimana, a questa giornata a ora. Quando capisci di cosa si tratta, tutto il resto non conta. Sai esattamente cosa devi fare qui e ora, e tutto diventa più semplice.
Devo ammettere che pur avendo letto questo libro con attenzione non ho capito esattamente come applicare questo principio alla mia vita. Al momento più che una strategia precisa la considero una ispirazione.
Un esempio? Negli ultimi mesi sto facendo molta attenzione alla mia salute e ho messo in campo diverse azioni concrete per migliorarla.
Al momento la mia sola e unica cosa riguardo la salute è fare attività fisica 6 giorni su 7. Frequento già un corso di yoga due volte a settimana. Nei restanti giorni voglio andare a correre. È un'abitudine nuova che sto cercando di prendere e quindi, mi richiede una certa forza di volontà.
Non importa come è andata la mia giornata, se ho rispettato i miei impegni o quante cose ancora ho da fare rispetto al programma. Io so che la mia sola e unica cosa è andare a correre. Questo è l'appuntamento che non posso assolutamente saltare.
Questo atteggiamento mentale in effetti mi semplifica la vita. Le mie giornate non sono perfette, certe volte c'è del caos, ma in questo caos io so che se faccio il mio allenamento allora va bene. Il resto può aspettare.
Respirare e trovare l'essenziale
Quando ho cominciato a scrivere questo articolo volevo parlare di cinque idee per semplificarsi la vita, non solo tre. Sono diventate tre perché l'articolo sarebbe diventato troppo lungo.
Questo è un errore che faccio spesso: prima di scrivere raccolgo troppe idee e ho sempre più materiale di quel che serve.
Anche qui cercare una maggiore semplicità mi sarebbe utile.
Di idee per semplificarsi la vita ce ne sono tante. Alcune sono strategie pratiche come farsi un guardaroba essenziale, o il decluttering, o tagliare il consumo di notizie e informazioni. Altre sono più concettuali, come trovare le giuste priorità, risparmiare sempre un po' di energie, imparare a essere più presenti qui e ora.
Tu cosa ne pensi dell'idea di semplificarti la vita? È un problema che ti tocca? Quali strategie utilizzi? O al contrario ti piace avere una vita complessa e sempre di corsa?
La prima bozza di questo articolo conta 2438 parole. Devo semplificare di almeno 300 parole. E fare presto perché tra due ore ho appuntamento con le mie scarpette da running :)