Brenè Brown, l'autrice del bellissimo libro I doni dell'imperfezione, dice che tutti noi abbiamo dei talenti.
Quando possiamo coltivarli e condividerne i frutti con il resto del mondo ci sentiamo bene perché ci sembra che la nostra vita abbia uno scopo e un significato. Al contrario, sperperare questi doni porta sofferenza: può farci sentire molto frustrati, vuoti, inutili.
È questo in fondo il significato del sentirsi realizzati: riuscire a sviluppare al meglio - nel lavoro ma anche in altri ambiti della vita - le proprie potenzialità.
Non è detto però che siamo tutti capaci di riconoscere quali sono esattamente i nostri talenti e le nostre potenzialità.
Non è neanche detto che ci intendiamo davvero sul significato del termine talento e su altre idee collegate come genio, passione, vocazione, punti di forza, inclinazioni.
Infatti spesso facciamo riferimento a delle storie ideali che solo in casi eccezionali rispecchiano la realtà.
Il termine talento si utilizza spesso per gli artisti - pittori, scrittori, cantanti, musicisti - per i campioni dello sport o per i grandi scienziati o imprenditori.
E così può succedere - e l'ho sentito spesso - che qualcuno si senta spiazzato scoprendo di non avere nessuna inclinazione del genere.
Come faccio a scoprire le mie vere passioni? Qual è la strada giusta per me?
Domande che restano senza risposta perchè sono sbagliate le premesse. Dire che ogni persona ha i suoi talenti non vuol dire che in ognuno di noi si nasconde un genio. E nemmeno che debba esistere per forza una strada giusta, una vocazione, una passione da inseguire.
Però - e di questo possiamo essere ragionevolmente sicuri - ogni persona ha i suoi punti di forza: attitudini, tendenze, inclinazioni che possono essere messe a frutto in molti campi diversi.
Tante volte non è importante cosa facciamo, ma come lo facciamo.
Cosa significa talento
La parola talento proviene dal greco antico dove indicava il piatto della bilancia, ma anche il peso che ci si metteva sopra.
Spesso a essere pesati sulla bilancia erano i metalli preziosi, usati come bene di scambio, e così il termine talento cominciò a essere utilizzato per indicare la moneta.
In origine quindi il talento - che in greco antico è talanta - indicava qualcosa di materiale.
Però la stessa radice tala si ritrova in parole con questi significati: sopportare un carico gravoso, fare un lavoro duro (che richiede pazienza), ritmo, persistenza, capacità di resistere alla fatica, ma anche destino ed equilibrio.
Se pensiamo a tutte le implicazioni della parola talento così come la usiamo adesso, tutti questi significati diventano molto significativi ;)
Poi nel Vangelo di Matteo c'è la famosa parabola dei talenti.
La storia è quella di un signore che prima di partire affida le sue ricchezze a tre servi. Al primo 5 talenti, al secondo 3, e al terzo un solo talento. I primi due servi fanno in modo di fare fruttare ciò che era stato loro dato, e raddoppiano la ricchezza. Il terzo servo impaurito nasconde il suo unico talento sotto terra.
Quando il signore rientra dal viaggio è molto soddisfatto del lavoro dei primi due servi, mentre si arrabbia con il terzo, lo prende a male parole e si riprende il talento.
Come tutte le storie scritte in un passato remoto non è facile capirne il significato originale. Certo è che si presta bene a una lettura in chiave di crescita personale.
I talenti sono doni, ma anche qualcosa che è stato affidato alla nostra cura. Sono le nostre inclinazioni, le nostre passioni, la nostra ricchezza.
In un certo senso abbiamo il diritto - ma quasi anche il dovere - di metterli a frutto, di impegnarci e correre qualche rischio.
Se invece per paura chiudiamo in nostri talenti in qualche luogo oscuro, alla fine non ci resterà niente. Mettersi davvero alla prova non è da tutti. A volte si può restare anche tutta la vita nell'immobilismo per non rischiare il fallimento.
I talenti richiedono pazienza, lavoro duro, capacità di resistenza. Probabilmente in parte sono innati, ma di certo senza pratica sono condannati a restare inespressi.
Nei talenti c'è forse scritto il nostro destino. Possiamo sentirci in equilibrio solo quando riusciamo a farli fiorire.
Dai talenti ai punti di forza
Martin Seligman è uno psicologo americano molto noto, considerato il fondatore della psicologia positiva.
Piccola digressione per capirci: la psicologia in origine è nata per studiare i disturbi, il malessere, il disagio. Però dagli anni '50 in avanti sempre più psicologi hanno cominciato a interessarsi dell'esatto opposto: cioè di cosa fa stare bene le persone. Piano piano questo orientamento si è diffuso e alla fine degli anni '90, grazie a Seligman, è stata adottata ufficialmente la definizione psicologia positiva.
In poche parole la psicologia positiva è lo studio della felicità.
Secondo questo approccio, una delle cose che ci rendono felici è il potere utilizzare in pieno le nostre capacità mettendole a servizio di qualcosa di più grande di noi stessi.
Cioè quando riusciamo a fare fruttare i nostri talenti, non nel chiuso della nostra cameretta, ma nel rapporto con il mondo.
Una quindicina di anni fa, Martin Seligman e il suo collega Christopher Peterson hanno fatto un lungo studio per cercare di capire quali sono queste capacità fondamentali: i punti di forza della personalità.
Hanno prima individuato quali sono le virtù fondamentali, cioè i modi di essere che sono considerati positivi dalle culture di tutto il mondo.
Ne hanno trovate sei: saggezza, coraggio, umanità, giustizia, temperanza e trascendenza (si capisce poi meglio cosa vogliono dire).
Poi hanno individuato quali sono le forze, i tratti della personalità, le inclinazioni, i talenti, che realizzano queste sei virtù.
Hanno chiamato il loro sistema CSV - Character Strengths and Virtues - e l'hanno immaginato come se fosse l'opposto del famigerato DSM.
Il DSM - Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali - è un librone nel quale sono descritte tutte le malattie e le forme di disagio psicologico. Viene utilizzato da psicologi e psichiatri come base per fare le diagnosi (anche se ultimamente questo strumento è stato un po' criticato).
Ecco, Seligman e Peterson hanno detto che il loro CSV è l'anti-DSM. Hanno rovesciato la prospettiva e hanno provato a fare il manuale della salute mentale e non delle malattie.
A me questa cosa piace un sacco ;)
Il loro sistema serve alle persone per capire quali sono i loro veri punti di forza per poterli impiegare nella vita di tutti i giorni.
Scopri quali sono i tuoi punti di forza
Seligman e Peterson hanno individuato 6 virtù fondamentali e ben 24 punti forza.
Ho pazientemente messo insieme questa infografica che li illustra tutti. E la pazienza NON è tra i miei punti di forza ;)
Qualcuno dei 24 punti di forza ti suona familiare? Ti è venuto da dire: sì ecco, questo sono io, questa è proprio una delle mie doti? Probabilmente hai trovato uno dei tuoi punti di forza.
Ma se vuoi fare una cosa fatta per bene, puoi fare il test che è stato messo a punto dal VIA Institute on Character.
Per fare il test bisogna prima registrarsi qui: test sui punti di forza della personalità.
Il test è stato tradotto anche in italiano. Servono circa 15 minuti per farlo e alla fine ti restituisce tutti i 24 punti in ordine: da quello in cui sei risultato più forte fino a quello più debole.
Io ho trovato molto appropriati i miei risultati. Il mio punto di forza principale è l'amore per il sapere, seguito da apertura mentale e pensiero critico. Al terzo posto: cautela e discrezione e subito dopo apprezzamento per la bellezza e l'eccellenza (vedi l'articolo sulla meraviglia).
I miei punti deboli? All'ultimo posto ci sono entusiasmo e vitalità. In effetti non sono proprio la persona più vivace della terra e faccio fatica a trovare il mio ritmo.
Altro punto carente, al 23esimo posto: diligenza e perseveranza. Verissimo, anche se ci sto lavorando, soprattutto sulla perseveranza ;)
Ma ora che sappiamo quali sono i nostri punti di forza, che ce ne facciamo?
Il VIA Institute on Character sulla base dei risultati del test ti propone anche dei rapporti più approfonditi, con dei consigli personalizzati. Però sono prodotti a pagamento, io non li ho presi, quindi non saprei se consigliarli o meno.
In ogni caso già avere i risultati è un bel salto di consapevolezza.
Ecco come possiamo usare i risultati del test.
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I punti di forza corrispondono molto probabilmente a qualcosa che ci piace, ci interessa e ci viene bene. Sono doti che utilizziamo nel lavoro? Sono apprezzate dall'ambiente che ci sta attorno? Se la risposta è no: come possiamo cambiare le cose?
Forse cambiare lavoro non è possibile al momento, ma possiamo trovare un hobby o un'attività collaterale che sia congeniale alle nostre doti.
Se invece non abbiamo ancora un lavoro, o stiamo vivendo una di quelle situazioni in cui dobbiamo prendere delle decisioni, sapere quali sono i nostri punti di forza può essere una bussola molto utile. -
I punti in cui siamo deboli corrispondono probabilmente ad abilità o attitudini che abbiamo esercitato poco nella vita, perché non ci interessano o perché non ci sono servite. Dare un occhio a cosa c'è nella parte bassa della lista può stimolare qualche riflessione: c'è un obiettivo che non riesco a raggiungere in questo periodo? Non è che dipende proprio dal fatto che non ho abbastanza sviluppato uno di questi punti? Posso trasformare un punto di debolezza in uno di forza? O quanto meno migliorare?
Insomma a me sembra uno strumento utilissimo per la conoscenza di sè e per il miglioramento.
Il discorso sarebbe da approfondire ancora di più. Per esempio secondo gli studi di Seligman e colleghi alcuni di questi 24 punti di forza sono fortemente collegati con il senso di soddisfazione per la propria vita. Più precisamente si tratta di: vitalità, curiosità, speranza, amore, gratitudine.
Se per caso trovi questi cinque punti nelle parti basse della tua lista puoi pensare di fare qualcosa per tenere maggiormente in esercizio queste potenzialità.
Io mi fermo qui, anche se gli spunti sono infiniti...
Se hai un po' di tempo ti consiglio di fare il test. Poi potresti condividere i tuoi risultati nei commenti. Quali sono i tuoi punti di forza? Ti sei riconosciuto in questo test o no?
Fammi sapere :)
Crediti:
- Le informazioni sulle origini della parola talento le ho prese da un libro che si intitola In merito al talento, scritto da Maria Cinque, edito da Franco Angeli.
- Le icone dell'infografica sono di Freepik via www.flaticon.com licenza CC BY 3.0